“Io posso aspettare più a lungo di te, perché sono il Tempo”.
Così scrive Salvador González Escalona, artista cubano recentemente scomparso, in uno dei suoi murales nel Callejón de Hamel, all’Avana. Ed è da qui che parte il nuovo progetto Occupy w.c. la cui performance si basa sull’idea che il Tempo di cui parla Escalona sia Poesia.
La poesia prende ora nuova forma grazie ad altri due artisti cubani, Alexander Beatón Galano e José Ramón Sánchez Leyva, che hanno accolto il nostro invito a raccontare il loro mondo creativo. Poesia che parla di Cuba. Oggi.
Beatón Galano (1968) sviluppa un discorso incentrato sull’identità nella contemporaneità. Nelle sue opere l’identità non è altro che il contesto di relazioni inevitabili, un concetto-spazio in perpetua analisi e ridefinizione.
José Ramón Sánchez (1972) è un poeta razionale e allo stesso tempo istintivo. La sua poetica è guidata dal suono di parole che portano con sé un significato intrinseco. Scrive versi storici, sociali, politici.
Nati entrambi a Guantanamo, si confrontano con la realtà politica e sociale di un luogo fortemente condizionato dalla presenza della base militare americana. Ma il loro pensiero diventa spazio di riflessioni più ampie, di idee che, pur nelle contraddizioni del vivere quotidiano, guardano al futuro con la forte consapevolezza della necessità di ridefinire costantemente i paradigmi della comunicazione e della convivenza.